Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola
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Borgo Tossignano è una porta d’accesso al Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola: un’area protetta che si estende da Brisighella nel Ravennate fino a Borgo Tossignano, abbracciando quindi la valle del torrente Sillaro, del fiume Santerno, quella del Senio e quella del Lamone. Le colline del Parco sono solcate da una dorsale gessosa, denominata appunto “Vena del Gesso Romagnola”, i cui cristalli scintillano alla luce del sole e al chiarore della luna. La formazione gessoso-solfifera ha inciso nella costruzione del paesaggio che si stende tutt’attorno, influenzando favorevolmente il microclima delle quattro vallate, lasciando anche il segno nella storia e nella vita degli uomini.

Numerosissime sono le varietà vegetali che prosperano nel territorio del parco, condividendo l’habitat con alcuni degli animali più iconici dell’Appennino romagnolo, come il lupo, il gufo reale e diverse specie di pipistrello, che prosperano nelle tante grotte del Parco. Nel 2022, il Parco della Vena del Gesso Romagnola, è entrato nella lista dei beni naturali del Patrimonio UNESCO.

Nel Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola è presente un piccolo giardino da cui è possibile godere di una vista panoramica sulla Valle e sul fiume Santerno, per apprezzare le formazioni gessosi che disegnano le colline circostanti.


1 - 2 Ponte Bailey e Casa del Fiume

Via Rineggio


Il ponte Bailey in ferro è l’unica vestigia rimasta del ricordo del passaggio del fronte bellico. Sostituì il ponte sul Santerno distrutto dai bombardamenti aerei. A guerra finita fu poi collocato sulla via Rineggio dove ancora è visibile, su richiesta delle numerose famiglie che allora abitavano la riva sinistra del fiume. La Casa del Fiume è un info point e centro visite del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.

Il centro è composto da un front-office, una sala polivalente, da 3 ettari di prati collegati all’alveolo del fiume Santerno e ai boschi ripariali e golenali. È presente anche un punto di ristoro e ostello. Questa area verde è attraversata da diversi percorsi come la Ciclovia del Santerno ed alcuni percorsi CAI, mentre l’area prativa adiacente è attrezzata con tavoli, giochi per bambini e percorsi tematici: un percorso permanente di orienteering, una MTB pump track ed il percorso didattico “Gipsy e la magia del tempo” dedicato alla storia geologica della Valle.


3 Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola
Palazzo Baronale, piazza A. Costa 9, Tossignano

Il Museo geologico della Vena del gesso Romagnola, allestito all’interno del Palazzo Baronale di Tossignano è incentrato sui gessi messiniani, protagonisti indiscussi del panorama della dorsale gessosa della Vena del Gesso. Il Museo conduce il visitatore alla scoperta della straordinaria realtà geologica del territorio del Parco attraverso un percorso espositivo sapientemente organizzato per essere un viaggio nel tempo e nei siti di rilevanza geologica del Parco della Vena del Gesso Romagnola.


4 Riva di San Biagio
Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, Tossignano

Con i suoi 5km di lunghezza, la Riva di San Biagio è una delle formazioni più imponenti del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. La vista mozzafiato che si può godere da Tossignano, salendo verso i resti della rocchetta, risalta le caratteristiche della roccia al centro dell’attenzione del parco regionale: il gesso.

La riva di San Biagio è una formazione stratificata di gesso, che brilla e luccica alla luce del sole. È davvero suggestivo immaginare che questa “catena gessosa” si è originata in un antico mare salato, rimasto isolato dall’Oceano.

Il mancato collegamento con il mare aperto e quindi con le correnti, ha fatto depositare i minerali, originando il gesso; successivi movimenti tettonici hanno inclinato la dorsale scintillante. Così nacque la Riva di San Biagio.


5 Resti della Rocca di Tossignano

I possedimenti della signora di Romagna, Caterina Sforza, si estendevano fino a Borgo Tossignano. La posizione sopraelevata della collina di Tossignano offriva una ampia vista sulla Valle del Santerno, facilitando l’avvistamento di truppe nemiche in avvicinamento. Per la sua posizione strategica, la Rocca fu oggetto di contese, fortificazioni, demolizioni forzate e ricostruzioni fino alla Seconda Guerra Mondiale, il cui passaggio indelebile ha lasciato solo le mura e i resti di alcune torri. Da qui si gode di una vista incredibile sulla Valle, specialmente alla luce del tramonto.